Allevamenti e macelli

I macelli sono sempre nascosti alla vista del pubblico: per potersi nutrire di animali, le persone devono allontanare il pensiero della loro uccisione, ci deve essere separazione tra l'immagine dell'animale vivo nella "fattoria" (che oggi ormai non esiste quasi più ed è sostituita dagli allevamenti intensivi) e la sua carne da infilzare con la forchetta. Se ciascuno dovesse ammazzare da sé gli animali che mangia, sicuramente molti di loro avrebbero salva la vita.

Fare un passo per uscire dall'ignoranza è doveroso. Non bello, non facile, ma doveroso. Vedere tutta la sofferenza degli animali, fa male. Cambiare il proprio comportamento per evitarla fa bene. A tutti.

Gli animali degli allevamenti e macelli sono esseri senzienti, capaci di provare sensazioni, emozioni, sentimenti, come ben sanno tutti quelli di noi che ospitano in casa un cane o un gatto. Una mucca non è molto diversa da un cane, da questo punto di vista. Né un maiale è diverso, è un essere intelligente, affettuoso, curioso.

Ma questi animali vengono invece trattati come cose. Ormai quasi tutti gli allevamenti sono intensivi, grandi capannoni in cui un numero enorme di animali è rinchiuso (in gabbia, o legati, o "liberi" di muoversi in uno spazio strapieno di loro simili) senza mai vedere la luce del sole. Dopo qualche settimana, mese o pochi anni, a seconda della specie, gli animali sono sottoposti a viaggi da incubo e infine giungono al macello dove vengono uccisi senza pietà.

La causa di tutto questo non sono allevatori o macellai particolarmente "cattivi", ma è la richiesta di carne, latte, uova da parte dei "consumatori". Smettere di "consumare" animali sta a noi, e possiamo farlo subito, e facilmente.

Nel corso della sua vita (80 anni in media), ogni italiano uccide per cibarsene circa 1400 animali tra bovini, polli, tacchini e altri volatili, maiali, conigli, cavalli. Scegliendo un'alimentazione 100% vegetale, possiamo dunque evitare sofferenza e morte ad almeno 1400 animali.

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