Ecologia della Nutrizione

L'Ecologia della Nutrizione studia l'impatto sull'ambiente e sulla società delle produzioni alimentari: sono ormai numerosi gli studi in questo campo che dimostrano quanto sia enorme l'impatto ambientale della produzione di carne, pesce, latte e uova e quanto sia più leggera la nostra "impronta ecologica" se invece ci nutriamo direttamente di vegetali.

Gli studi sul "consumo sostenibile" offrono ai consumatori un numero sempre crescente di informazioni relative all'impatto sull'ambiente delle loro scelte di consumo. Molti di questi studi hanno concluso che l'impatto dei singoli individui è dovuto a tre fattori principali: il cibo, l'energia usata in casa, e i trasporti. Di questi tre fattori, quello del "cibo", cioè di che cosa ciascuno sceglie di mangiare, è il più "potente", perché:

  1. È quello che in termini quantitativi ha il maggior impatto.

  2. Ha il maggior livello di scelta personale, perché non dipende dalle normative, dalla disponibilità di mezzi pubblici o di fonti di energia alternative, ecc. Sul che cosa mangiare il singolo consumatore ha pieno potere.

  3. Si può applicare già subito, non è a medio o lungo termine come possono esserlo altri aspetti che implicano cambiamenti nelle infrastrutture, nei beni disponibili, nella tecnologia usata.

Per comprendere i motivi dell'enorme impatto sull'ambiente della produzione di carne, occorre notare che gli animali d'allevamento sono "fabbriche di proteine alla rovescia".

Infatti gli animali d'allevamento consumano molte più calorie, ricavate dai vegetali, di quante ne producano sotto forma di carne, latte e uova: come "macchine" (così sono ormai considerati nella moderna zootecnia, anche se macchine di certo non sono) che convertono proteine vegetali in proteine animali, sono del tutto inefficienti. Il rapporto di conversione da mangimi per gli animali a "cibo" per gli umani varia da 1:30 a 1:4, a seconda della specie animale. Vale a dire: per ogni kg di carne che si ricava da un animale, lo stesso animale deve mangiare mediamente 15 kg di vegetali, appositamente coltivati. Questo causa uno spreco enorme di terreni fertili, energia, acqua, sostanze chimiche, causa emissioni di gas serra e crea il problema dello smaltimento delle enormi quantità di deiezioni animali altamente inquinanti.

Molti sembrano aspettarsi che esista una qualche tecnologia che risolva il problema e permetta loro di mantenere invariate le loro abitudini alimentari. Ma non esiste e mai esisterà, perché il problema è intrinseco negli sprechi causati dalla trasformazione da vegetale ad animale. L'unica soluzione reale sta in una diminuzione - il più cospicua possibile - del consumo di carne, latte e latticini e uova, cioè di tutti quei cibi per cui è necessario l'allevamento.

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